Il primo passo è mentale, il resto… anche! 

“Ci sono due cose da cui dipende il raggiungimento di un obiettivo. La prima è definire esattamente gli scopi dell’attività. La seconda è compiere le azioni adatte per il raggiungimento della meta.” (Aristotele)
La maggior parte dei progetti, compresi quelli sportivi, spesso falliscono perché alla base c’è stata un’ERRATA o MANCATA definizione degli obiettivi da parte dell’atleta (o del team).
Troppo di frequente, infatti, questa fase viene sottovalutata dai corridori quando invece dovrebbe rappresentare le FONDAMENTA di ogni programma di preparazione.
A tal proposito, per una corretta e utile definizione degli obiettivi, consiglio ai bikers di seguire le linee guida dettate dal cosiddetto MODELLO S.M.A.R.T: un acronimo in cui ogni lettera rappresenta una caratteristica che gli obiettivi DEVONO rispettare per risultare validi e utili alla preparazione verso la performance.
Dalla definizione degli obiettivi dipendono:Livello di motivazionePercezione di autoefficaciaConcentrazioneResilienza di fronte alla fatica e alle difficoltà
Già dalla modalità con cui un atleta definisce i suoi obiettivi è possibile PREDIRE il successo o meno della sua prestazione.
Troppo spesso gli obiettivi sono definiti dagli atleti in termini: generici, astratti, irrealistici e negativi. Ad esempio:
– “Il mio obiettivo è fare bene in questa gara”. È troppo GENERICO e di conseguenza NON MISURABILE. Cosa vuol dire per te “fare bene” in una gara? L’obiettivo deve contenere in sè gli indicatori che permettano all’atleta di verificarne o meno il raggiungimento;
– “Il mio obiettivo? Non devo cadere sulla prima discesa!” La presenza di negazioni nella formulazione dell’obiettivo è DA EVITARE perché portano più l’attenzione su ciò che non si deve fare che non sull’azione corretta da svolgere;
– Se il biker si allena 2 ore alla settimana l’obiettivo “voglio arrivare primo della mia categoria al campionato italiano” sarà del tutto IRREALISTICO. Porsi obiettivi irrealistici è demotivante e fonte di tensione.
Le linee guida del modello S.M.A.R.T invece permettono di ovviare a questo rischio indicando le caratteristiche che gli obiettivi devono avere per essere realmente utili ai fini dell’approccio mentale con cui il biker si accosta alla performance: specifici, misurabili, accessibili, realistici e temporalmente definiti. 
MA COSA SI INTENDE PER MODELLO S.M.A.R.T?
L’obiettivo DEVE essere:
SPECIFICO: ovvero CHIARO, CONCRETO E OGGETTIVO.
MISURABILE: ogni obiettivo, già nella sua definizione, deve specificare GLI INDICATORI che consentiranno al biker di verificarne prima l’avvicinamento e poi il raggiungimento.
REALIZZABILE: gli obiettivi non devono mai essere formulati in termini passivi bensì tradotti in AZIONI CONCRETE. L’obiettivo già in sé dovrebbe indicare LA STRADA che il biker dovrà imboccare per raggiungere l’obiettivo.
REALISTICO: l’atleta dev’essere in possesso delle RISORSE e ABILITÀ NECESSARIE per raggiungere l’obiettivo definito. Se il biker si pone già in partenza un obiettivo IRREALISTICO verrà a mancare da subito la percezione di autoefficacia e di conseguenza la motivazione necessaria al raggiungimento della meta.
TEMPORALMENTE DEFINITO: darsi dei tempi BEN PRECISI per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti è più STIMOLANTE e mantiene attiva la motivazione del biker anche di fronte alle difficoltà ed ai sacrifici legati alla preparazione.
Il consiglio per gli atleti è altresì quello di suddividere i suoi macro obiettivi in obiettivi intermedi (a breve, medio e lungo termine) che, rappresentando come una sorta di GPM, vadano a rafforzare la motivazione del biker fornendo soprattutto un’occasione di ANALISI E FEEDBACK rispetto all’andamento della preparazione verso gli obiettivi.
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Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)