Chiara Teocchi e le abilita’ mentali che portano al successo

Per l’articolo di oggi ho chiesto a Chiara Teocchi, la giovane e forte biker del team Bianchi, di rispondere a qualche domanda relativa alla sua gestione mentale in gara.
Chiara, quanto conta la testa nel tuo sport?
“Sicuramente la testa fa l’80% della gara perché puoi essere nella tua migliore condizione fisica ma se la testa non c’è non riesci a dare il massimo.
Nel cross country, in gare così corte, qualsiasi cosa che va’ storta in gara ti fa perdere un po’ d’animo e se vai via di testa anche per poco tempo la gara è rovinata.”
Più la gara è corta maggiore è il livello di concentrazione richiesto all’atleta.
Nel cross country è decisiva la capacità di chiudere fuori dalla mente ogni fattore distraente, in primis i pensieri negativi ed auto svalutanti spesso dettati da un’insicurezza di base nell’atleta piuttosto che dalla tanto temuta ansia pre-gara che irrigidisce il corpo e annebbia la mente.
Secondo te Chiara, quali sono 3 abilità mentali fondamentali per un atleta che pratica cross country?
“Per prima cosa direi la concentrazione. Le gare di cross country prevedono un giro da ripetere più volte con passaggi molto tecnici dove devi concentrarti sulla migliore linea da usare per guadagnare più secondi e per non cadere.
Seconda abilità direi il saper soffrire perché rispetto ad altre specialità nel cross country parti subito “a tutta” e la gara è sempre in aumento. Se non ingrani subito alla partenza, se ti bruciano le gambe, devi sapere tener duro perché poi magari ti sblocchi.
Terza abilità fondamentale è credere in sé stessi, credere di farcela, sapere che si è arrivati alla gara pronti e in una condizione ottimale.”

Chiara, qual è stata nella tua carriera la gara che mentalmente hai fatto più fatica a gestire?
“L’ultima tappa degli internazionali d’Italia a Courmayeur dove avrei potuto provare a vincere anche la maglia della categoria èlite oltre alla maglia di under.
Ho fatto fatica perché uscivo da un periodo difficile e sapevo di non essere al massimo della forma ma ci tenevo comunque a finire la gara.
Quando fisicamente mi sento giù, quelle sono le gare mentalmente più difficili da gestire.
Ero consapevole che in quelle condizioni la maglia d’èlite l’avevo persa, ma ho tenuto duro e ho vinto la mia maglia di under. Se non avessi tenuto duro avrei perso anche quella.
Ho finito la gara che da una parte ero abbattuta per aver perso la maglia della categoria èlite ma dall’altra ero contenta perché nonostante come stavo non ho mollato.”

Qual’è stata, invece, una gara che mentalmente senti di avere gestito in modo“perfetto”? 
“è stata quando ho vinto il campionato europeo.
Ero consapevole di stare proprio bene; accadde che al primo giro sono scivolata e ho rotto la scarpa ma sapevo di essere forte, sapevo di voler vincere e non mi sono lasciata prendere dal panico. Ho vinto la gara con una scarpa rotta.”
 
Durante la stagione agonistica cosa ti aiuta a recuperare le “energie mentali”?
“I periodi di scarico dove proprio mi godo le uscite in bici e sto in giro quanto voglio, dove voglio,  solo per godermi la mia passione, stare tranquilla e vivermi il paesaggio.”

In questi anni hai mai sofferto di ansia pre-gara?
“Si, quando ero più giovane avevo un ansia assurda. All’epoca ero esordiente/allieva e nelle gare di coppa ricordo che avevo una grande ansia poi col tempo mi sono resa conto che le energie che buttavo con l’ansia le potevo risparmiare per la gara.”
 
Oggi, come la gestisci questa tensione?
“Crescendo ho capito che nel pre-gara un po’ di tensione ci deve essere ed è questo che penso sempre, che è giusto che ci sia questa tensione.
Ho la mia playlist  e me l’ascolto mentre mi scaldo sui rulli prima della partenza; così facendo mi isolo dal mondo e quest’abitudine mi aiuta a  tranquillizzarmi.
Mi dico che ho fatto ciò che potevo per arrivare pronta e più di così non potevo fare. Mi dico che in gara devo solo fare ciò che ho sempre fatto.”
 
Chiara, dalla tua esperienza quanto influisce sulla prestazione il clima interno al team?  
“è fondamentale. Se ti trovi bene nel team parti già con il piede giusto.
Nel team io sono tranquilla, lo staff crede in me ed i miei compagni di squadra mi danno consigli su come gestire la gara.
È 9 anni che sono nel team Bianchi e mi trovo bene.”
 
Cosa consigli alle giovani ragazze che, come te, vogliono intraprendere la strada del cross country ad alti livelli?
“Il cross country non è uno sport facile a livello di sacrifici e sforzi. Secondo me se questo sport ce l’hai dentro allora ce l’hai dentro.
Ho provato sulla mia pelle che non bisogna mai arrendersi e sognare sempre in grande perché i sogni diventano realtà.”
 
Ringrazio Chiara augurandole di raggiungere i suoi obiettivi e realizzare uno alla volta tutti i suoi grandi sogni.
 
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Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)