Epica Atacama, giorno 1

Il nostro primo giorno di gara inizia con una colazione abbondante, e in consistente anticipo sull’orario di partenza. Alle 8 e 30 dobbiamo essere tutti nel cortile dell’hotel, in attesa di salire sugli autobus che ci porteranno una trentina di km a nordest di Copiap�, dove sono montate le transenne di partenza. Con qualche difficolt� facciamo salire le bici, e ci prepariamo scattando foto e scambiando due parole con gli altri atleti. Abbiamo trasferito il nostro equipaggiamento nelle borse consegnateci il giorno prima, ma avremmo avuto sicuramente bisogno di un po’ di spazio in pi�, soprattutto per proteggerci dal freddo della notte. Eravamo stati avvisati che l’escursione termica era consistente, e ci saremmo accorti presto di quanto l’affermazione corrispondesse a verit�. Ci aspettano quasi 84 km, con un dislivello di circa 2000 metri: dai 391 metri sul livello del mare di Copiap� ai 1500 di Inca de Oro, dov’� montato il campo che ci ospiter� per tre notti, con un paio di lunghe salite che si preannunciano impegnative. La gara comincia alle 10 e 40, in leggero ritardo sul previsto: quando siamo arrivati in zona il cielo era coperto, ma con il via ha cominciato a splendere un sole implacabile. I primi 22 km sono su pista abbastanza scorrevole, arriviamo al primo dei tre ristori previsti e facciamo rifornimento: anche sulla necessit� di bere molto siamo stati giustamente ben avvisati. Il tratto centrale della tappa si presenta ostico: comincia una pista su salita sassosa che spesso cede il posto alla sabbia; e quando si comincia a scendere accade lo stesso. A volte ci tocca spingere a piedi, con il vento che asciuga il sudore in men che non si dica, senza che si riesca a percepire come questo faciliti la disidratazione. Al secondo ristoro termina il tratto peggiore della giornata, ma manca ancora molto al traguardo e il fondo non aiuta. Un gruppo di una decina di bikers si perde, e riesce con difficolt� a ritrovare la pista: ce li ritroviamo alle spalle, ma hanno certo perso parecchie energie. Attraversiamo un contesto minerario ricco principalmente di rame e d’argento, ma la variet� minerale della zona di percepisce a colpo d’occhio. La facolt� di geologia dell’Universit� di Copiap� ci dicono sia un vero e proprio laboratorio sul campo, non abbiamo difficolt� nel crederlo. Al terzo ristoro mancano ancora 17 km all’arrivo, ma non � certo finita: ancora una salita, e poi si scivola finalmente gi� verso l’accampamento. Niente da dire, un primo giorno che ci ha gi� fatto capire quello che ci aspetta, e che ci ha insegnato come sia necessario dosare bene le forze, oltre a recuperare le energie prima possibile. Lo spagnolo Oriol Colome, esperto biker ultramaratoneta del Team Estevez Citroen, mette fin da subito una seria ipoteca sulla vittoria, arrivando al traguardo con oltre 15 minuti di vantaggio sul compagno di squadra Marc Trayter: al terzo posto il cileno Flavio Naciff, mentre in campo femminile Anna Ramirez inizia la sua impressionante serie di vittorie. La poliziotta catalana si lascia alle spalle le brasiliane Danielle Nagaoka e Juliana de Paiva Cozzi, che pur non mancando di coraggio e grinta non hanno certo il suo passo. L’accampamento ci appare come una benedizione: ognuno ha una tenda a disposizione, dotata di una branda pieghevole, tutto sommato comoda. Dormire per terra sarebbe comunque peggio, anche per la sabbia che al minimo soffio di vento si infila dappertutto; e il vento non � certo una cosa che manca. Le docce sono calde, e danno un sollievo importante. Cala la notte, e nonostante la luna quasi piena si intravede una miriade di stelle. La temperatura cala bruscamente, dopo cena non si vede l’ora di andare a riposare: un te’ caldo, e poi tutti nel sacco a pelo.

1� tappa:
1) Oriol Colome 4h 03′ 09” (Spagna)
2) Marc Trayter 4h 19′ 57” (Spagna)
3) 3)Flavio Naciff 4h 25′ 46” (Cile)
(Sandro Bongiorno)�