Gaes Pilgrim Race 2018, 7
L’ultimo giorno di pedalate ci porta da Chantada a Santiago: sono circa 105 km, con 2300 metri di dislivello positivo e 2500 di negativo che, come nelle previsioni, non si sono rivelati facili. Si inizia in salita per una quindicina di km, fino ad arrivare a circa 1250 metri di altitudine, sul Monte Faro: da qui in poi è tutto un saliscendi continuo, con tratti più o meno ripidi, ma sempre piuttosto brevi. Partiamo avvolti nella nebbia ed il clima umido ci accompagna fino a quando non scendiamo di quota: da quel momento in poi la giornata si apre ad un sole caldo ed intenso, che rimarrà fino a tarda serata. Nulla di particolare sul percorso, la maggior parte dei bikers è partita presto per avere magari un po’ di tempo per fermarsi a fare due chiacchiere in qualche bar di strada: negli ultimi tre giorni si poteva scegliere di partire alle 7 o alle 8, ma ben pochi hanno optato per la seconda soluzione.
L’arrivo è fissato sul Monte de Gozo, a circa 4 km dal centro: di qui passano tutti i pellegrini che scendono in città, e si possono fermare nelle strutture predisposte appositamente per loro. Stanze in stabili che prevedono bagni e cucine, per poter riposare e fare comunità, e che ospiteranno anche tutti i partecipanti alla Pilgrim Race nella prima notte dopo la gara. Ma tutti prima di passare il traguardo si addentrano nella città e si avvicinano alla Cattedrale, simbolo di termine del Camino: una foto, uno scambio di abbracci e di complimenti, qualche momento di comprensibile commozione e poi via, verso la fine ufficiale di questa intensa esperienza.
Al traguardo ci aspettano le medaglie da finisher, un buffet di festeggiamento e le premiazioni della parte agonistica, con qualche riconoscimento speciale per alcuni partecipanti. Davanti ad una birra Pilgrim o ad un bicchiere di vino, i riders gustano empanadas, morcilla de Burgos, formaggi e salumi tipici, mentre ricordano i momenti passati in bici, quando si raccoglievano anche le ultime forze, concentrati verso un unico obbiettivo.
A noi la Gaes Pilgrim Race è veramente piaciuta, a partire dalla formula, originale e adeguata alla situazione. Quatto giorni di gara vanno bene, quello invernale è un Camino che in questo periodo non è molto frequentato: lo stesso non si può dire a partire dal punto in cui incrocia il Camino del Norte, nel quale sarebbe stato impossibile competere senza correre il rischio di investire qualcuno. E poi fare tre giorni di esperienza consente di comprendere lo spirito giusto, quello che bisogna adottare se si vuole entrare nella mentalità del caminante, e che ti prepara ad affrontare una esperienza forte e coinvolgente.
La Pilgrim ha un altro punto di forza nella disponibilità dello staff, nell’efficienza della sua organizzazione e nella capacità di saper gestire le situazioni di difficoltà. Quando i responsabili del percorso hanno recepito che la sabbia non era un fondo gradito ai bikers hanno cercato, e hanno trovato, un tracciato alternativo che permettesse di ridurne i tratti, e sono riusciti a farlo senza snaturare la natura della tappa.
A Madrid l’Hotel scelto era facile da raggiungere e si è rivelato una base logistica adeguata: le sedi di tappa erano tutte cittadine con motivi di interesse anche extrasportivo, ci hanno sempre accolto favorevolmente, rispondendo a tutte le nostre esigenze.
Il percorso era segnalato in maniera eccellente nei primi 4 giorni, con frecce ben posizionate, sempre visibili e con una X che segnalava le direzioni non corrette. Nei giorni di esperienza questo era meno importante, ma siamo sempre riusciti a capire la giusta direzione: unica eccezione la mattina del settimo giorno, dove sarebbe stato più facile utilizzare una traccia gps. Eventualmente non fate male a portarlo con voi, in Galizia non sempre si può trovare conferma della propria direzione.
Anche il paesaggio è uno degli elementi che vanno considerati a favore della gara. La Meseta del Norte, che non ha grandi caratteristiche di varietà, è solo un tratto di trasferimento, per il resto non ci si annoia di sicuro. In particolare tutti gli edifici e le costruzioni riferibili al culto meritano di essere conosciute e visitate.
Il camp è sempre stato posizionato in luoghi adeguati, con la possibilità di sfruttare i servizi dei polisportivi adiacenti. Colazioni e cene si svolgevano quasi sempre all’interno delle strutture, solo a Chantada abbiamo dovuto prendere l’autobus. Molto apprezzato il fatto che gli addetti cercassero di mantenere pulite le zone più difficili, come quelle sanitarie. Le tende erano sempre ben tenute: abbiamo trovato in ogni arrivo di tappa docce calde, e anche il lavaggio bici si è rivelato sempre adeguato.
La colazione, il pranzo e la cena sono sempre state abbondanti e variate, ma sopratutto di buon livello qualitativo, cosa che non capita di frequente: nei ristori non mancavano le bevande e la frutta, ma non sarebbe stato male trovare qualche barretta in più
Perfetto anche il servizio di trasporto e custodia delle borse, e assistenza meccanica di ottimo livello, senza costi sproporzionati.
Chi faceva rientrare a Madrid la bici le ha viste partire nel tardo pomeriggio di sabato e a fine gara ha pernottato nelle strutture che usano i pellegrini in vista della loro meta: senza particolare lusso, ma nello spirito che caratterizza chi sceglie di fare l’esperienza.
Le conclusioni che si traggono vengono quasi spontanee. Vale assolutamente la pena di partecipare alla Gaes Pilgrim Race, perchè all’inizio è una competizione, e anche qualcosa in più. Poi è un’esperienza, e anche qui ha qualcosa in più. Quello che altre manifestazioni non hanno è il fatto di ripercorrere il Camino, di coglierne lo spirito, di intuirne le motivazioni e le implicazioni per la propria individualità, intesa in senso non solo religioso, ma morale. Cogliete l’occasione.
(Sandro Bongiorno)