Gaes Pilgrim Race 2018, uno

La nostra Gaes Pilgrim Race comincia un paio di giorni prima dello start ufficiale, in viaggio verso Madrid con il furgone che ci farà assistenza durante la prova; dobbiamo percorrere circa 1700 km per partecipare alle operazioni preliminari e al briefing che precedono questa emozionante avventura in terra di Spagna. Arriviamo alla periferia est della capitale iberica senza grosse difficoltà, ma ovviamente un po’ affaticati: la scelta di riposare nell’hotel da cui partirà la seconda edizione della Pilgrim si rivela quanto mai opportuna. La verifica delle tessere avviene senza intoppi, come la consegna di dorsali e borsa in cui riporre tutto il necessario per i sette giorni a venire. Pochi si sono presentati nella mattinata, e noi ci accodiamo a chi ha scelto di arrivare nel tardo pomeriggio: ci consegnano la bella divisa personalizzata della manifestazione, qualche gadget promozionale e poi tutti al briefing, dove Miguel Silvestre, Julio Linacero, Juan Arano, e Roberto Garcia ci attendono con il resto del numeroso staff, pronti a rivelare i segreti delle sette tappe e a dare le opportune indicazioni. Vengono ovviamente rimarcate le differenze tra i primi 4 giorni di gara, che sono a carattere competitivo, dai tre giorni finali, detti di esperienza, ma che si riveleranno tutt’altro che una passeggiata. Fin da subito si nota una marcata presenza femminile, cosa che accade in ben poche altre occasioni: l’intesa con Universo Mujer, che attua un programma che parte dal mondo universitario per favorire l’inserimento delle donne nello sport, ha dato evidentemente eccellenti frutti. Gli organizzatori hanno raccolto il doppio delle iscrizioni rispetto alla prima edizione e si percepisce la voglia di far bene, di dimostrare che la fiducia data è stata ben riposta; il  clima di cortesia e collaborazione che si crea fin da subito non può che farci piacere.

La partenza della prima tappa si svolge in condizioni meteo eccellenti: un sole caldo quanto basta e mitigato da un vento leggero accompagna le nostre pedalate nella prima periferia di Madrid. Da subito si percepisce l’atmosfera della capitale, anche grazie ad alcuni passaggi simbolici: sfioriamo il Santiago Bernabeu, che richiama il ruolo primario della Spagna nel calcio, le “cuatro torres” , centro direzionale che ne ricorda l’importanza in campo economico finanziario. I primi km sono a velocità controllata dietro auto, ma poi si apre una rete di ciclabili veloci, per la maggior parte su sterrato, che ci accompagnano verso nord, in direzione di Cercedilla: ci aspettano 62,5 km per 1385 metri di dislivello positivo e 915 di negativo, che si riveleranno abbastanza accessibili, a causa del fondo spesso compatto e impegnativo solo in un paio di discese. Il terzo dei tre ristori previsti si rivela in più, ma il timore che fosse troppo alta la temperatura aveva fatto scegliere questa opzione.

Lasciato alle spalle il centro urbano arriviamo a Tres Cantos, dove si vede bene come la città ha inglobato i piccoli villaggi nel corso della sua espansione: siamo nella conca creata dal fiume Guadarrama, e attraversiamo un invaso prima di iniziare la seconda parte della tappa, che si rivela in salita costante, ma senza pendenze proibitive. Comincia a notarsi un po’ di vegetazione, affianchiamo alcune fattorie e raggiungiamo quasi quota 1400 metri: una discesa veloce ci porta verso il primo traguardo, a due passi dal Palasport dove possiamo pranzare e lavare le bici.

Il primo nome ad essere iscritto nell’albo d’oro è quello di Jesús del Nero, che vince nella categoria Elite con il tempo di 2:44:24, davanti a Iván Coca de Los Rios, che impiega 2:46:00: al suo fianco Alberto Sánchez Saceda, che grazie al terzo posto vince invece tra i Master 1. Nelle coppie maschili  dominano Josè Antonio de la Torre e Julio Fernandez, in quelle miste Olga Echenique, in team con Jorge Chico Fernandez: tra le donne singole ottima la prestazione di Olivia Carretero Rodriguez, che arriva prime di molti maschietti. La prima coppia femminile al traguardo è invece quella formata da Danielle Nagaoka e Juliana De Paiva Cozzi.

Il primo camp è veramente molto suggestivo: tutte le tende sono montate all’interno della Plaza de Toros, in un contesto molto suggestivo ed iconografico: mentre i meccanici cominciano il loro consueto lavoro di pulizia e manutenzione abbiamo il tempo di recarci a Segovia, a soli 40 km, che si rivela di una bellezza disarmante, e di tornare in tempo per la cena.

Ecco un breve video della prima giornata:

https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=ZM3ryio_0BY

 

(Sandro Bongiorno)