Giro d’Onore 2020 fuoristrada: 7 atleti per 7 podi
18 giorni, 3 location europee, 3 specialità, 3 medaglie mondiali e 4 continentali: numeri che raccontano di una Nazionale che vince di gruppo ma composta da singoli capaci di distinguersi sempre
Una realtà in continua evoluzione, variegata e che non conosce crisi: è quella del Settore Fuoristrada, che anche in questo incerto 2020 ha messo in archivio una stagione proficua, proiettandosi direttamente verso Tokyo 2021.
Partiamo dai numeri: 18 giorni, 3 location europee, 3 specialità, 3 medaglie mondiali e 4 continentali. 7 atleti per 7 podi, 2 conquistati insieme e 5 in solitaria. Numeri che raccontano di una Nazionale che vince di gruppo ma composta da singoli capaci di distinguersi sempre. Raccontano di mesi, quelli di stop, trascorsi ad allenarsi in attesa di palcoscenici ambiti, con la voglia di dare spettacolo e riscoprire la magia di stupire ancora una volta.
La giornata del Giro d’Onore del 9 gennaio punterà i riflettori proprio sui protagonisti di una stagione piena di incertezze ma anche di soddisfazioni: Eva Lechner, Luca Braidot, Juri Zanotti, Nicole Pesse, Filippo Agostinacchio, Marika Tovo e Gaia Tormena si sono messi in gioco e sono riusciti a ritagliarsi il loro giusto spazio raggiungendo vette straordinarie.
Il Campionato del Mondo MTB di Leogang 2020 è stato tra i più memorabili degli ultimi anni. I migliori bikers al mondo hanno dovuto vedersela con maltempo, condizioni insidiose e tantissimo fango, una preparazione non per tutti ottimale e la voglia di farsi valere nella gara più ambita. Salite ripide, discese tecniche cariche di radici e un percorso scivoloso hanno reso davvero imprevedibili le prove in programma, a partire dal Cross Country Olimpico, che tra cadute e guasti meccanici ha messo fuori dai giochi alcuni dei favoriti.
Hanno invece brillato i nostri in Maglia Azzurra, conquistando le prime due medaglie per il Settore. Eva Lechner ci ha fatto di nuovo battere forte il cuore, regalandosi a 35 anni la medaglia più preziosa di una lunga e ricca carriera che non sembra conoscere la parola fine. L’argento mondiale nell’XCO è arrivato in volata, superando la sua avversaria al fotofinish con un bel colpo di reni.
A Leogang si è vinto anche di gruppo, con la medaglia d’argento raccolta dai ragazzi del Team Relay. Eva Lecnher fa quindi il bis assieme a Luca Braidot, Juri Zanotti, Nicole Pesse, Filippo Agostinacchio e Marika Tovo, che nella tradizionale staffetta di apertura sfiorano la maglia iridata. Un bel risultato per il team Italia, che nella storia di questa specialità – corsa per la prima volta nel 1999 – si è tolta diverse soddisfazioni: quella di Leogang è la decima medaglia mondiale per gli azzurri, la terza d’argento dopo quelle di Livigno (2005) e Rotoroa (2006).
A distanza di pochi giorni sono gli stessi sei azzurri a superarsi sul tracciato di Rivera, sede degli Europei MTB di quest’anno. Nella staffetta inaugurale i ragazzi di Mirko Celestino non si sono risparmiati arrivando sul tetto d’Europa con la medaglia d’oro, la quinta dal 2005, a due anni di distanza dall’ultima di Graz. Una disciplina che, indipendentemente dal colore della medaglia, ci vede sempre protagonisti e che esalta il nostro spirito di squadra.
A Rivera anche i singoli si sono dimostrati all’altezza della situazione. Nell’XCO Under 23 Juri Zanotti conquista un prezioso bronzo europeo, al termine di una prova carica di coraggio, ritmo e umiltà. Chiude in bellezza Marika Tovo, che nell’XCO Under 23 resiste nel finale con le unghie e con i denti e seppur con un distacco pesante, riesce a chiudere seconda (ovvero la prima tra le “umane”).
Gaia Tormena, anche quest’anno, merita un capitolo a parte. Prima di tutto per essere riuscita a confermarsi campionessa europea nell’Eliminator, sfiorando anche la vittoria del titolo mondiale con un testa a testa al fotofinish contro Isaurre Medde, che succede proprio l’azzurra nell’albo d’oro dell’XCE. Ma in particolare per essere stata capace di sfruttare il suo talento e la sua versatilità per dare il suo contributo anche nella pista, disciplina in cui ha conquistato anche un bellissimo argento agli Europei di Fiorenzuola.
La pista, la strada, la MTB sono tutte frecce importanti all’arco di un ciclista che ambisca a diventare un atleta versatile e temibile in tutte le situazioni di gara: Gaia ha raccolto la sfida della multidisciplinarietà, dimostrandosi all’altezza di affrontare diverse discipline per raggiungere nuovi livelli di competenza e quindi di performance.
La menzione d’onore è dedicata senza dubbio a Mirko Celestino. Nominato Commissario Tecnico del Mountain Bike, ex campione del fuoristrada e su strada, è il CT della continuità e dell’opportunità. Prima dell’atleta vede la persona, prima della medaglia vede l’opportunità di crescita ed è così che centra i successi. Si confronta continuamente con i suoi atleti, dando loro la possibilità di esprimersi in sella e giù dalla sella. Con un obiettivo ben chiaro in testa: Tokyo 2021, la sua prima Olimpiade da CT azzurro.