Gli “Agostinacchio”, i segreti di un successo di famiglia

Al Campionato Europeo di Pontevedra, in Spagna, grandi successi per la Nazionale Italiana, che ha addirittura vinto il medagliere. Buona parte di questi successi sono scaturiti dalle performance di Filippo e Mattia Agostinacchio, noi abbiamo sentito Fabio, padre delle due giovani promesse, per svelarci i segreti del loro successo

Risultati forse inaspettati quelli arrivati dal Campionato Europeo di Pontevedra, in Spagna. Inaspettati per molti ma non per Fabio Agostinacchio, padre di Filippo e Mattia. Noi che conosciamo da anni Fabio e la sua famiglia non ci siamo sorpresi e questi successi ci hanno reso molto felici visto che sappiamo dei tanti sacrifici fatti da loro. A caldo abbiamo voluto sentire Fabio per raccontarci quello che è stato “il weekend perfetto” per la loro famiglia. Gli abbiamo posto delle domande per far capire, a chi non li conosce, i segreti di questo successo.

Filippo e il fratello Mattia agli esordi nella MTB

Solobike.it – Ciao Fabio, complimenti a te e ai tuoi figli per i successi ottenuti al Campionato Europeo di Pontevedra in Spagna. Medaglia d’oro per Mattia e Filippo nel Team Relay, dove proprio Filippo ha finalizzato una gara magistrale della Nazionale Italiana, medaglia d’oro per Mattia nella gara Junior, medaglia d’argento per Filippo nella Under 23, battuto per soli 3″ dal fenomeno belga Jente Michels. Per molti risultati inaspettati, ma frutto di tanto lavoro e sacrifici. Come stai vivendo questo momento?

FabioSento sempre, nelle varie interviste, tutti dire che devono ancora realizzare. Ora capisco cosa significa. Devo ancora metabolizzare. Soprattutto per Mattia. Filippo l’ho già vissuto in maglia da Campione Europeo nelle giovanili con il titolo XCE e poi con il Team Relay di Mtb. Vedere Mattia con la maglia del titolo assoluto, il piccolo di casa… fa un certo effetto. Come si può immaginare sono euforico, ma anche finalmente in pace. Questo week end abbiamo fatto pace con la “Dea Bendata” ed abbiamo raccolti i frutti di anni di lavoro, impegno, studio e scelte difficili. Tutti e due sono passati attraverso infortuni e problemi di salute che hanno ostacolato diverse parti delle ultime stagioni. Finalmente siamo riusciti a portare a termine la programmazione senza grossi intoppi.

La vittoria con Team Relay – Foto FCI

Solobike.it – Quello della famiglia Agostinachio è un lungo percorso iniziato con la mountainbike, ce ne vuoi parlare?

FabioIl percorso nasce per caso attraverso un amico che mi ha portato alla MTB poco più di 15 anni fa; è stato amore a prima vista. Ho trovato la mia passione. Io non arrivo dal ciclismo e questa cosa l’ho sempre considerata la mia fortuna. Perché non sono legato a schemi o abitudini di un tempo ed ho dovuto studiare tutto, applicarmi, capire. Agli albori, il veloclub dove ho iniziato, mi ha assegnato i ragazzini più piccoli da seguire. Filippo ha voluto venire con me in bici. Mattia era sulla bici senza pedali ancora prima di camminare, semplicemente imitava il fratello. Sono un agonista, mi piace la competizione e mi piace spostare il mio limite sempre un po’ più in là. Mia moglie lo stesso. Cosa ci si poteva aspettare dai nostri figli? Negli anni ho gestito squadre giovanili, sono cresciuto con loro, li ho portati anche nelle categorie agonistiche. Nelle giovanili sono arrivate numerose soddisfazioni con tanti ragazzi, con titoli individuali e di squadra. I miei figli sono stati parte integrante del percorso fatto con tutti gli altri ragazzi. Nel corso degli anni abbiamo studiato le varie metodologie di allenamento, facendo particolare attenzione alla nutrizione, ci siamo sempre tenuti aggiornati, facendo esperienza all’estero. Se vuoi migliorare devi studiare, restare al passo coi tempi, sia nelle metodologie di allenamento che nelle evoluzioni tecniche. Non bisogna restare fermi al passato. La frase che che sento dire più spesso è: “si è sempre fatto così, continuo a fare così.” Quindi? Se correvi 30 anni fa continui ad allenarti come allora? Usi gli stessi materiali? Negli ultimi 5 anni le metodologie di allenamento, i materiali e la nutrizione, hanno fatto cambiamenti notevoli. Se non ti aggiorni resti indietro. Ovviamente ho commesso degli errori, a volte mi sono fidato di persone che non hanno fatto il bene dei ragazzi. Serve da esperienza. Per fortuna ho anche trovato validi elementi che negli anni mi hanno aiutato molto. Il gruppo con cui lavoro attualmente la pensa come me e si prodiga molto per il ciclismo giovanile. Purtroppo con Filippo ho fatto alcune scelte che si sono rilevate “sbagliate”. Sono servite per cambiare rotta con Mattia e gestire diversamente la sua carriera. Forse la caratteristica principale è che non ho mai allenato i miei figli da soli. Sono sempre stati parte integrante delle squadre che ho seguito. Anche adesso che militano in altri Team, una parte degli allenamenti la svolgono con “i miei ragazzi”. Facendo anche da stimolo e da traino ai più giovani. Siamo passati dalla Mountain al Ciclocross, per arrivare alla Strada. Siamo sicuramente tra le squadre che praticano più multidisciplina in Italia. Non a caso Filippo ha fatto parte delle Nazionali di quattro specialità.

L’arrivo vittorioso di Mattia – UEC – photo Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency©2024
L’incredulità di Mattia dopo aver tagliato il traguardo – UEC – photo Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency©2024

Solobike.it – Dopo questi risultati cosa pensi cambi per la carriera di Filippo e Mattia?

FabioLe carriere sicuramente subiranno dei cambiamenti. Si potrebbero aprire possibilità nuove, potrebbero avere delle occasioni maggiori per fare esperienza. Hanno raggiunto uno step, ora dobbiamo lavorare per quello successivo. Solo il fatto che Mattia deve onorare la maglia ad ogni evento lo porterà ad impegnarsi ancora di più. Entrambi sono agonisti e come tutti gli agonisti non sono mai contenti.

Il podio di Mattia – UEC – photo Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency©2024

Solobike.it – Il loro futuro lo vedi su strada, gravel o in mountainbike? Continueranno a praticare ciclocross?

FabioIl loro futuro lo sceglieranno loro. Ad entrambi piace la Strada. Adorano il ciclocross. La prima passione, la MTB, non ha molte opportunità in Italia. Non possono più fare tutto. A mio parere l’attività su strada può convivere con il ciclocross, a patto che quest’ultimo sia limitato come numero di gare agli eventi di più alto livello. Un’accurata programmazione può gestire entrambe le discipline.

L’arrivo in seconda posizione di Filippo – UEC

Solobike.it – Quali sono i sogni nel cassetto tuoi e dei tuoi figli?

FabioIl loro sogno nel cassetto è lo stesso di molti giovani ciclisti, riuscire a fare di questa passione un lavoro e quindi la loro vita. Ovviamente il mio è che si realizzino i loro. Ne ho anche un secondo: riuscire a creare un centro per il ciclismo, soprattutto giovanile, dove i ragazzi possano trovare gli strumenti necessari per la loro crescita. Purtroppo posso mettere a disposizione solo le mie competenze ed il mio tempo. Ci vorrebbero degli appassionati disposti ad investire in un progetto a medio lungo termine. Quel secondo cassetto resterà chiuso.

Il podio di Filippo – UEC – photo Massimo Fulgenzi/SprintCyclingAgency©2024

Solobike.it – Basandoti sull’esperienza fatta con i tuoi figli, che consiglio vorresti dare ai genitori dei giovanissimi che stanno iniziando a praticare il nostro meraviglioso sport?

FabioVorrei dare un consiglio ai genitori dei ragazzi delle categorie giovanili. Non abbiate fretta. Lasciate il tempo ai ragazzi di crescere. L’età biologica è diversa da quella anagrafica. Ci sono ragazzini di 13 anni con “la barba” ed adolescenti di 16 che ancora non hanno peli. I risultati nelle giovanili non contano nulla. Devono imparare la tecnica, imparare ad allenarsi ed acquisire un metodo. Devono capire cosa sia l’alimentazione, imparare cosa può fare la disciplina. I carichi di allenamento devono essere idonei, il che non significa che debbano essere blandi. Ci vuole il giusto equilibrio. Affidatevi a chi conosce davvero il ciclismo giovanile, a chi ha esperienza con i giovani. Non vi arrabbiate se le gare non vanno come vorreste. Non serve a nulla. E ricordatevi: state vicino ai vostri ragazzi quando le cose vanno male, perché quando vanno bene non saranno mai da soli.

Grazie Fabio, è stato un piacere fare questa chiacchierata con te e il tuo ultimo consiglio, che condividiamo appieno, ci auguriamo venga colto e seguito da molti. Ancora tanti complimenti alla tua famiglia, alla quale non possiamo che augurare numerosi successi.

Aldo Zanardi

Fonte: Solobike.it

In copertina la foto di famiglia fatta oggi con Anna, Fabio, Filippo e Mattia