I 3 segreti del “METODO RAGNOLI”
“Sono convinto che la strada verso il successo passa dalla sofferenza,
sofferenza fisica e mentale,
non ci sono scorciatoie.”
(Juri Ragnoli, campione italiano mtb marathon)
Queste le parole del campione italiano di mtb Marathon Juri Ragnoli che, in questo video, ci illustra 3 dei pilastri sui quali si basa il suo “metodo” di preparazione atletica.
Un metodo di preparazione che tiene conto in particolar modo degli aspetti mentali implicati nell’allenamento e nella gestione della quotidianità.
Il metodo di preparazione del campione italiano Juri Ragnoli non si basa su schemi precisi da seguire.
Il punto di forza di questo metodo di preparazione atletica sta nella forza mentale che nasce dall’incontro fra l’ignoto, l’imprevisto, il nuovo e la volontà di sfidare, di mettersi alla prova, di affrontare le difficoltà.
Per molti atleti lo scontro con l’ignoto e l’imprevisto genera soltanto frustrazione e sofferenza; per far si che queste emozioni lascino spazio all’apprendimento e alla resilienza che si cela in essi è fondamentale che l’atleta apra la sua mente alle difficoltà.
Hai mai provato ad affrontare le onde impetuose di un mare mosso?
Se dalla spiaggia, con l’acqua alle ginocchia, aspetti l’onda del mare con i piedi e gambe rigidi, ben saldi a terra, molto probabilmente l’onda ti travolgerà e più opporrai resistenza con il tuo corpo e più ti farai male nel turbinio dell’onda.
Se invece, quando l’onda arriva, ti tuffi all’interno del suo cavallone essa ti aprirà una porta d’acqua permettendoti di riemergere dal mare dopo il suo passaggio: per le difficoltà e gli imprevisti della vita e dello sport vale lo stesso principio.
I 3 PILASTRI DEL “METODO RAGNOLI”
1. ZONA DI COMFORT VS SOFFERENZA
In psicologia per “Zona di comfort” si intende quell’insieme di abitudini e convinzioni che ci trasmettono sicurezza, quei confini entro i quali ci sentiamo al sicuro.
Quanti atleti mangiano sempre le stesse cose, ripetono ogni anno lo stesso tipo di preparazione o il giorno prima della gara seguono sempre uno schema di abitudini ben preciso e collaudato?
Perché lo fanno? Perché farlo dà loro sicurezza! Perché in passato, da queste abitudini, hanno ottenuto benefici e riscontri positivi nella performance.
Tuttavia ogni atleta cambia, da un giorno con l’altro, continuamente! Non è detto che le abitudini di ieri siano funzionali anche oggi! Anzi, se reiterate in automatico, certe abitudini, possono diventare addirittura controproducenti!!
Le abitudini, spesso, sono una maschera delle scorciatoie
L’errore più grande che un atleta possa fare è continuare ad attuare schemi di preparazione che hanno funzionato in passato senza più ascoltare i feed back derivanti dal proprio corpo e dalla propria mente oggi, nel presente.
Lo sa bene il campione Italiano Juri Ragnoli quando afferma “la strada verso il successo passa dalla sofferenza fisica e mentale”: uscire dalla zona di comfort costa fatica, ma solo cambiando le abitudini e mettendosi alla prova l’atleta può crescere e migliorare.
Spesso il calo prestativo in ambito sportivo deriva proprio da una “stagnazione” di abitudini: nella zona di comfort la mente si adagia, si rilassa e smette di allenarsi a risolvere le difficoltà, i problemi, gli imprevisti.
Il rischio del “metodo Ragnoli” ovviamente è quello di sbagliare, di mancare uno o più obiettivi, tuttavia questo è anche l’unico metodo che permette di raggiungere i traguardi più importanti della vita: vale la pena rischiare, o no? Un traguardo importante vale qualche traguardo mancato?
2. ANALISI VS ISTINTO
“I numeri sono importanti” ci ricorda il campione italiano Marathon “tuttavia riconoscere le sensazioni è ciò che ci permette di reagire d’istinto, questo è il più grande punto di forza che ho!”.
Quanti bikers, in gara, si affidano totalmente ai dati del loro compiuterino perdendo di vista le sensazioni?
La reazione a questi dati può essere “mentalmente demotivante” in certi casi.
I numeri, a volte, ricordano all’atleta il suo stato di sofferenza mentre l’ascolto delle sensazioni distrae dalla fatica e può dare spazio ad immagini motivanti che andranno ad influire positivamente sui valori fisici.
Il dato fisico dev’essere un aiuto, non deve diventare una dipendenza.
L’atleta deve usare i numeri per migliorarsi non diventarne schiavo, purtroppo molti bikers cadono vittima di questo circolo vizioso.
Le parole di Juri Ragnoli vogliono essere un appello a non perdere di vista sé stessi: i numeri sono importanti ma sono anche le emozioni e la nostra mente a portarci al traguardo, non trascuriamoli!
3. PAURA VS CORAGGIO
“Nella mia preparazione non ho uno schema preciso da seguire, preferisco strade sconosciute” ci spiega con determinazione Juri Ragnoli.
Cosa succede se, nel lavoro e nella quotidianità, continui ad evitare le tue insicurezze e le tue paure?
Probabilmente queste paure andranno via via aumentando fino ad estendersi anche ad altri aspetti della vita, compresa la preparazione e la performance.
Cosa accade invece quando, con coraggio, affronti le tue paure e le tue insicurezze?
Accade che dopo ti senti più forte! E sei più disposto ad affrontare anche altre paure, a mettere in discussione le tue certezze!
Imparare ad assumere questo atteggiamento nella quotidianità permette di sentirsi più forti e sicuri anche in ambito sportivo, con riscontri positivi anche nella performance.
In tanti credono che lo sport li aiuti a scappare dalle proprie paure e insicurezze, è solo un’illusione! Lo sport è il riflesso di sé stessi, paure ed insicurezze comprese!
Puoi lasciare che lo sport continui a riflettere le tue paure, oppure, puoi scegliere di utilizzare lo sport come occasione per imparare ad affrontare le tue paure: questa è la strada verso la resilienza e, per molti, è la strada per il successo.
Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)
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Fonte: Solobike.it