Il periodo di transizione
Al termine di un’intera stagione agonistica ogni atleta dovrebbe ridurre o sospendere la propria attività di allenamento.
Il periodo tra una stagione e l’altra viene chiamato PERIODO DI TRANSIZIONE ed è un momento molto importante per recuperare le energie spese durante la stagione agonistica.
Più volte nella rubrica di Sport&Health Program Training abbiamo sottolineato quanto il recupero debba essere considerato una parte fondamentale in ogni programma di allenamento, ma lo è ancora maggiormente alla fine delle gare.
Esiste però una grande confusione e moltissime teorie che consigliano come affrontare questa parte di stagione nei migliori dei modi.
Prima però di prendere in rassegna una per una le attività e le modalità di allenamento della stagione invernale dobbiamo fare chiarezza su alcuni concetti.
Secondo il concetto di reversibilità dell’allenamento, un’attività insufficiente o nulla porta a una parziale o completa perdita dell’adattamento fisico e dello statodi forma ottenuti durante la stagione.
Parametri come il VO2MAX e il valore ematico possono diminuire già 10-15 giorni dopo la cessazione dell’allenamento e proseguire in una curva discendente per 6-8 settimane.
In seguito, questi parametri generalmente si stabilizzano a un livello più alto rispetto a quello registrato nei soggetti che non praticano sport.
I ciclisti quindi dovrebbero essere consapevoli che l’interruzione dell’allenamento porta adun aumento della frequenza cardiaca a intensità massimali e sub-massimali, così come durante il recupero.
Il metabolismo del lattato è un altro aspetto che risente della sospensione dell’attività.
Dopo solo pochi giorni senza allenamento, gli atleti rispondono a esercizi sub-massimali di abituale intensità con maggiori concentrazioni ematiche di lattato (calo della soglia lattacida).
A livello muscolare, il numero di capillari nelle fibre muscolari possono già diminuire dopo solo due o tre settimane di inattività, anche se la distribuzione delle fibre rimane invariata nelle prime settimane di sospensione del lavoro; dopo 8 settimane potrebbe verificarsi un calo nella proporzione di fibre ad attivazione lenta negli atleti di resistenza.
Tutto quello che abbiamo appena illustrato implica il fatto che i muscoli avranno una capacità ridotta di produrre energia necessaria a compiere sforzi ad alta intensità.
Tutto ciò fa parte del classico allenamento ciclistico annuale, ma è importante essere consapevoli del fatto che non riuscirete a tornare subito ai massimi livelli di stagione quando riprenderete l’allenamento.
La prassi del riposo alla fine della stagione può avere dei benefici sulla salute psicologica dell’atleta, ma sappiamo bene che molti indicatori fisiologici ne risentono e calano.
La durata di questo periodo di transizione dovrebbe durare da un minimo di 7 giorni ad un massimo di 4 settimane.
Si consiglia in queste settimane di fare quello che si desidera a bassa intensità e a basso volume.
Cerchiamo di sfruttare questo periodo come un mezzo per ricaricare le energie e per ritrovare la giusta motivazione per la stagione successiva.
E’ importante inoltre organizzare le idee per la stagione successiva, cercando innanzitutto di analizzare gli errori di quella precedente.
Sicuramente i molti appassionati saranno al corrente delle moltissime attività alternative alla bici da svolgere in questi mesi di stop dalle gare.
C’è chi consiglia di svolgere cross-training, nuoto, palestra, ciclocross, sci difondo, crossfit, spinning, attività sui rulli o molte altre ancora.
Noi di Sport&Health Program Training cercheremo nei prossimi articoli di analizzarle una per una cercando i pro e i contro di ognuna di quelle.
Se volete maggiori informazioni su come organizzare il vostro periodo di transizione scrivete a: shprogramtraining@gmail.com
(Giovanni Gilberti)