Italiani XCO: la prima volta da elite di Calvetti e Kerschbaumer

Lechner fuori dal podio, Fontana out in avvio. Per la prima il segno dei tempi che cambiano,  per il secondo la maledizione tricolore. Organizzazione da rivedere.
La location del Forte Begato ha ospitato l’edizione 2017 dei campionati italiani XCO. Splendida la vista sulla città di Genova, meno la logistica che certamente ha dimostrato di avere molte aree di miglioramento. Percorso molto complicato con ottimi passaggi ma anche lunghi tratti in asfalto poco consoni agli atleti xc, pubblico scarso anche per via degli accessi molto difficoltosi, ed in generale logistica non all’altezza dell’evento nonostante la bellezza del prato che accoglie l’arrivo. Non è mai piacevole criticare l’impegno e la dedizione degli organizzatori,  ma un campionato italiano meriterebbe un’attenzione maggiore.
La giornata di sport ha comunque regalato le solite grandi emozioni che gli atleti sanno dare. Già tra gli junior si è capito che la giornata sarebbe stata calda, non solo dal punto di vista climatico. Terreno molto umido e scivoloso per via dell’abbondante pioggia notturna, difficoltà che è parzialmente svanita nelle prove successive.
Parte fortissimo Zanotti che sfrutta i non brillanti avvii di Xillo. Già al primo giro la gara sembra destinata ad un monologo dell’atleta del Velo Club Monte Tamaro. Il percorso è insidioso ed il primo a farne le spese è proprio Zanotti che fora. Ne approfitta Taffarel ma è un fuoco di paglia. Zanotti riprende la testa, complice anche una foratura questa volta di Taffarel. Xillo stenta a carburare, e per la vittoria non c’è più nulla da fare. Il nuovo campione italiano è Zanotti che, dopo aver accarezzato molte volte il tricolore, ottiene a Genova la maglia. Secondo posto per Xillo che precede Fontana, Toccoli e Marchetti.

Lo spettacolo entra nel vivo con l’under23. I due favoriti Colledani e Bertolini rompono subito gli indugi. Il primo sempre a tirare, il secondo a ruota. Non ci sono cambi e dopo una prima parte in cui sembrava potessero fare il vuoto, il ritmo cala permettendo agli avversari quasi di rientrare. In evidenza Sitta, Naspi, Bonetto, Saravalle,  De Cosmo e Pellizzon. È nel quarto giro che Bertolini mette in atto la sua strategia. Accelera e Colledani non risponde all’attacco. Sembra il colpo vincente, Colledani sembra mollare, piu di testa che di fisico, e viene anche superato da un magnifico Naspi. L’ultimo giro è da cardiopalma. Bertolini amministra il vantaggio, non commette errori ma nonostante questo fora. Naspi forza il ritmo, tenta il tutto per tutto. Anche Colledani torna a girare a gran ritmo. Naspi fora ma si accorge della ruota che sta perdendo pressione dopo l’area tecnica e per lui non c’è più nulla da fare. Colledani si avvicina a Bertolini ma ormai la vittoria non può sfuggire al lombardo che conferma così la maglia tricolore. Seconda piazza per Colledani che precede Bonetto, Sitta e Pellizzon. 
Tra le donne dobbiamo partire dalla notizia di giornata: Eva Lechner non sale sul podio. La regina della nostra mountain bike abdica a favore di Serena Calvetti. Come sempre le donne corrono tutte insieme, élite, under23 e junior. Nonostante le partenze distanziate di alcuni secondi, ed il numero di giri differente,  viene spesso la tentazione di raffrontare le ragazze delle varie categorie. E allora non possiamo fare a meno di segnalare la grandissima prestazione di Chiara Teocchi che ha fatto gara a sé. Sbarazzatasi della compagnia di Martina Berta, l’atleta Bianchi ha raggiunto e superato tutte le élite. Talmente importante la sua prestazione da oscurare quella di Martina Berta che, nonostante si debba accontentare del secondo posto, è stata autrice di una performance di tutto rispetto. Terza piazza per Marchet. Dicevamo delle elite: Eva Lechner è stata in gara per un paio di tornate. Prima Calvetti, poi Rabensteiner ed infine Ravaioli hanno trasformato in un inferno il suo italiano. Per Serena Calvetti un titolo più che meritato in una stagione che le sta regalando grandi soddisfazioni. 
Alla voce "il nuovo che avanza" va segnalata anche Marika Tovo. Mai in discussione la sua vittoria, l’atleta veneta sta dimostrando giorno dopo giorno la sua crescita ed il suo grande talento. Ora si attende un exploit a livello internazionale ed i prossimi appuntamenti potrebbero essere la giusta occasione. Sul podio con lei Specia e Stegagnolo. 
Come sempre a chiudere la giornata la gara più attesa. Grande incertezza tra gli élite con una mezza dozzina di papabili per il successo. Pronti via ed ecco il primo colpo di scena: rottura della catena per Fontana che continua a non trovare il feeling con la maglia tricolore. Non deve certo diventare un’ossessione, ma è pur vero che da molti anni il campionato italiano sembra maledetto.
Subito davanti Tiberi e Kerschbaumer. Il primo è probabilmente l’atleta azzurro più costante negli appuntamenti tricolori, il secondo sembra tornato a pedalare come qualche anno fa. Dietro di loro tutti i migliori guidati dai gemelli Braidot. La coppia di testa rallenta e si forma così un quartetto con Tabacchi a inseguire a pochi metri. Nel terzo giro la gara si infiamma. Kerschbaumer perde terreno per un dolore al fianco sinistro, poco dopo è la volta di Tiberi e Luca Braidot sembra involarsi verso la vittoria. Davvero importante il suo vantaggio ai -2, sia su Tiberi che, soprattutto, su Kerschbaumer, Daniele Braidot e Porro, autore quest’ultimo di una gara incredibile considerando il suo impegno esclusivamente nel marathon. Gli ultimi due giri sono il capolavoro di Kerschbaumer. Raggiunge e stacca Tiberi ed al suono della campanella ha ancora un ritardo di circa mezzo minuto. Nell’ultimo giro Luca Braidot non amministra ed anzi i suoi tempi sono eccellenti ma nulla può contro l’altoatesino che lo raggiunge e lo stacca. Kerschbaumer è il nuovo campione italiano. Argento per Luca Braidot e bronzo per Tiberi che precede Porro e Daniele Braidot. Giovani in evidenza appena dopo i primi con Fumarola e Billi nei dieci. Gary is Back, sperando che sia l’inizio di una nuova carriera.Seguirà un’ampia fotogallery dell’evento.(Marco Tuninetti)