La ricetta vincente dei campioni: gli ingredienti essenziali stanno nella testa
Tutti i corridori, fans e tifosi di mtb si domandano “ma qual è la ricetta vincente del campione?”
Girovagando sul web, leggendo interviste e facendo domande specifiche ai due campioni italiani di mtb in carica, rispettivamente per la specialità cross country e marathon, possiamo riassumere in pochi ingredienti essenziali la ricetta del campione.
Gerhard Kerschbaumer (Bressanone, 19 Luglio 1991). Ex campione del mondo fra gli under 23 nel 2013 è attualmente il campione italiano di mtb nella specialità cross country.
“Testa, un grande team e la mia bici” in un’intervista scovata sul web Gerhard è stato molto chiaro nel definire gli ingredienti del suo successo “I muscoli. La testa. Una squadra che ti ricorda quanto vali. Nessuna ossessione e la bici che tu vuoi”.
“Per vincere ci vuole la testa. Se manca quella, non girano neppure le gambe.” Questo è il primo ingrediente essenziale evidenziato dal campione italiano di crosscountry.
Ma cosa significa per Gerhard “avere latesta”?
“Occorre serenità e fiducia” Spiega Kerschbaumer.
Proprio così amici bikers! La serenità e la fiducia nelle proprie capacità (auto-efficacia) sono ingredienti basilari per costruire passo dopo passo la propria strada verso l’obiettivo, piccolo o grande che sia.
Gerhard sottolinea che quando “l’obiettivo diventa un’ ossessione, rischi di mancarlo nettamente.” Ossessione e serenità, infatti, non vivono sotto lo stesso tetto.
L’ossessione spesso è dettata da una mancata fiducia nelle proprie capacità.
Quando gli atleti si rifugiano in allenamenti sempre uguali o abitudini per-gara ripetute in modo ossessivo c’è alla base paura, timore di non riuscire a raggiungere l’obiettivo e un estremo bisogno di cercare sicurezza all’esterno.
Questo atteggiamento è frequente nei bikers facilmente suscettibili alle influenze e pressioni esterne. La capacità di tenere fuori da sé le pressioni è fondamentale in questo sport.
Ma non solo! Gerhard nelle sue parole sottolinea altri due ingredienti essenziali nella ricetta vincente del campione:
– la percezione di fiducia da parte del proprio team “Per un atleta è importante avere queste iniezioni di fiducia da parte della squadra”;
– altrettanto essenziale è il feeling con il proprio mezzo di gara e di allenamento, la bici.
Da un campione ad un altro. Dalla specialità cross country alla specialità marathon.
Juri Ragnoli (Gavardo, 21 Giugno 1988). Il tre volte campione italiano di mtb nella specialità Marathon ha risposto per noi a qualche domanda circa la sua personale ricetta del successo ed il ruolo ricoperto dalla cura degli aspetti mentali all’interno della sua preparazione atletica.
Juri raccontaci, qual è la ricetta del campione?
“Credo che ci siano pochi ingredienti nella ricetta di un campione.
L’ingrediente principale credo che sia il pensiero costante verso l’obiettivo e la determinazione nel raggiungerlo.
È fondamentale non lasciarsi frenare da eventi esterni nel fare determinate scelte che si ritengono opportune per raggiungere gli obiettivi.”
Quali sono, invece, le 3 abilità mentali fondamentali nel tuo sport?
“La capacità di assorbire le opinioni e le critiche;
La lucidità nell’affrontare tutte le situazioni che si possono creare durante la gara (saper ragionare in gara) e non lasciarsi prendere dalla foga;
Il riconoscere i propri limiti e nello stesso tempo riconoscere le proprie potenzialità.”
Juri, quanto conta la testa nel tuo sport?
“Tanto. Non esiste una percentuale. Conta tanto quanto la preparazione fisica.”
Quanto può influire, per te, il clima interno al team sulla prestazione di un’atleta?
“Avere appoggio e supporto dal proprio team aiuta e per certi atleti è fondamentale; Per alcuni atleti invece può essere indifferente il clima interno alla propria squadra.
Quanto ciò possa influire sulla prestazione dipende da come l’atleta affronta i diversi tipi di clima che si possono creare in un team.”
Anche il campione italiano di mtb marathon, come Kerschbaumer, evidenzia quanto sia fondamentale per un biker imparare a gestire le pressioni esterne.
È la reazione del biker di fronte agli eventi ad influire sulla prestazione, non l’evento in sé.
Juri, quanto conta ai fini prestativi il feeling con il proprio mezzo?
“Tanto. La prestazione la fai con la tua bici, quindi vien da sé che è fondamentale.”
Una curiosità, nella tua carriera agonistica qual è stata la gara mentalmente più difficile da gestire?
“Credo di non avere mai avuto difficoltà a gestire una gara dal punto divista mentale.
Potrei dire il campionato italiano di quest’anno per via delle aspettative che ho sentito su di me.”
Un in bocca al lupo ai tricolore Gerhard Kerschbaumer e Juri Ragnoli per il raggiungimento dei loro obiettivi.
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Dott.ssa Claudia Maffi (psicologa dello sport)