La Ronda – Fiandre trevigiane, un successo destinato a ripetersi
Dopo un paio di giorni di meritato riposo torniamo a commentare uno degli avvenimenti che, nel corso delle ultime stagioni ciclistiche, ci ha maggiormente impressionato. Parliamo della sesta edizione de “La Ronda-Fiandre Trevigiane” , manifestazione a cui abbiamo preso parte, insieme ad altri mille fortunati amanti della bici, la scorsa domenica, con partenza ed arrivo da Conegliano. Si tratta di un evento non agonistico, in cui la grande maggioranza dei partecipanti ha usato una bici gravel: nessuno stress da classifica, mezzi confortevoli ed idonei a superfici sterrate per gli amanti del ciclismo inteso come puro divertimento. I cento km del tracciato, con oltre 1500 metri di dislivello positivo, non hanno certo intimorito atleti di ogni età e dalle provenienze più disparate. Partenza dalla Scuola Enologica Cerletti di Conegliano, apprezzata sede logistica sia per facilità nel trovare parcheggio che per godere di uno spazio post-gara adeguato.
Nonostante la partenza fosse prevista tra le 7:30 e le 9:30 molti hanno preferito partire presto: noi invece abbiamo aspettato le 9.00 per capire quale fosse l’abbigliamento più adeguato rispetto alle condizioni meteo, che si sono rivelate eccellenti. Una splendida giornata, con vista sulle Prealpi ancora leggermente innevate, in cui la temperatura ha raggiunto anche i 23 gradi. 17 i muri da superare, con difficoltà variabile da uno a cinque, colorati in scala crescente di difficoltà: bianco, verde, azzurro, rosso e nero. La pendenza si è fatta sentire principalmente sui muri, 7 complessivi, rossi e neri: a San Martino, al km 74, molti hanno dovuto mettere piede a terra. La partenza in direzione San Pietro di Feletto, con le prime pendenze veramente impegnative a San Michele, dopo 9 km. A Collalto, dopo 19 km, altro muro impegnativo, per poi raggiungere il ristoro, veramente ben fornito, in prossimità del Molinetto della Croda, uno dei più suggestivi angoli della Marca trevigiana. Un percorso bellissimo, dove per quasi cinquanta km non abbiamo trovato autoveicoli e corso rischi di alcun genere. Il tratto intermedio si rivela piuttosto veloce, in un attimo siamo a Colle Umberto, dove troviamo il secondo ristoro e ci prepariamo al rush finale. Molto belli alcuni passaggi anche nella seconda metà del percorso: la casa natale di Ottavio Bottecchia ,Castello Roganzuolo e la salita di Borgo Antico accompagnano la scia di ciclisti verso l’arrivo, ma tutti i piccoli Comuni e le località di questa zona tutelata dall’Unesco sono caratteristici e di personalità. Il percorso non era segnalato, ma la traccia GPS, oggi già fruibile a tutti, era precisa e dettagliata.
Nel pacco gara finale abbiamo trovato una bottiglia di Prosecco, per festeggiare il meritato traguardo di finisher, caramelle e un paio di calzini personalizzati. Invece del tradizionale piatto di pasta ci siamo rimessi in forze con il minestrone di verdure: a noi la scelta è piaciuta molto, anche perchè c’era comunque la possibilità di integrare il ristoro con una birra ed un panino in compagnia. Molto bella l’idea di mettere a disposizione gratuita la galleria fotografica completa, anche se giustamente bisogna dedicare qualche minuto alla ricerca dei propri scatti. Molte le facce conosciute presenti alla Ronda, tra cui spiccava quella di Alessandro Ballan, vincitore del Giro delle Fiandre 2007 e Campione del mondo a Varese nel 2008. Oltre a pedalare Alessandro è stato ospite la sera del sabato per raccontare la sua esperienza diretta. Molto interessante, per le possibilità di testare in prima persona la “mentalità belga” la collaborazione con Visit Flanders, Ente del turismo delle Fiandre, che ha rinnovato la partnership con La Ronda e che offre opportunità di viaggio per pedalare nel mito. Non possiamo che concludere invitandovi all’edizione 2024. Il percorso, studiato benissimo e particolarmente appagante dal punto di vista paesaggistico, e la perfetta macchina organizzativa renderanno anche La Ronda 2024 un evento imperdibile.
(Sandro Bongiorno)