Ragnoli in Norvegia è pronto per il riscatto al campionato europeo
L’italiano marathon di Aielli è stato un duro colpo per Juri Ragnoli, non tanto per il risultato ma per come è maturato. Condizione al top e sensazioni ottime lo avevano portato a pochi chilometri dal traguardo a giorcarsi il titolo con Samuele Porro, lotta che non c’è stata a causa di una foratura. La rabbia agonistica post gara è perciò più che giustificata, ma Juri non si è certo fatto abbattere da questa amara sconfitta e, conscio delle sue possibilità, è partito per la Norvegia pronto a lottare per “un’altra maglia”
A meno di una settimana dal campionato italiano marathon in Abruzzo, i migliori bikers italiani sono impegnati con la Nazionale in un’altro importante appuntamento, il Campionato Europeo Marathon. Condizioni climatiche opposte hanno accolto i nosti ragazzi all’arrivo in Norvegia e, a poche ore dalla gara che assegnerà i titoli di campioni europei, abbiamo sentito Juri Ragnoli per conoscere la situazione, il percorso e le sue previsioni. Di seguito vi riportiamo le parole del tre volte campione italiano dello Scott Racing Team:
“La botta subita all’italiano è stata notevole, una delle maggiori della mia carriera agonistica, venendo da un’obiettivo mancato alla Hero per un malessere fisico, volevo a tutti i costi essere competitivo ad Aielli, consapevole di avere le possibilità di vincere, con una condizione ottima. Invece non è andata come avrei voluto, non ho potuto giocarmi le carte fino in fondo per una foratura. Il rammarico è quello di non aver preso l’ultima discesa, davanti, cosa che mi avrebbe consentito di gestire meglio le traiettorie, mentre da dietro si prende quello che viene, con poco margine per evitare ostacoli, aumentando il rischio di forature. Non so se alla fine l’avrei vinta, saremmo stati in due a giocarcela, ma questa è la mountainbike, voltiamo pagina. Arrivati in Norvegia l’impatto climatico è stato sensibile, 3 o 4 gradi all’arrivo. Giovedì abbiamo provato la prima parte del percorso, con partenza in tarda mattinata, come avverrà per la gara di domani, ma le temperature erano sempre molto rigide e ci siamo avventurati sul percorso in tenuta invernale. Abbiamo provato i primi 52 chilometri. Dopo tre o quattro chilometri veloci, ci si immette subito il un single track molto tecnico in salita e subito un tratto “a piedi”. Fortunatamente usciti dal bosco si prosegue su una salita molto dura e tecnica che porta ad un altopiano brullo, con fondo poco scorrevole e sconnesso. Il percorso è estremamente tecnico per i primi 42 chilometri nei quali anche le discese sono molto tecniche. Non ci sono lunghe salite o salite da passisti, almeno nella prima parte di gara, cosa che piace molto a me e agli altri ragazzi della Nazionale, da vera MTB tecnica e tosta. A me questo piace tantissimo, anche se non si adatta pienamente alle mie caratteristiche di scalatore, ma mi piace l’idea di fare la differenza sul guidato. Sull’altopiano abbiamo trovato anche la neve, con temperatura minima di 1 grado e una media 3 gradi. Dal 42° km in poi le cose cambiano radicalmente, con terreno compatto, una salita lunga e pedalabile con un finale di gara velocissimo. Perciò un percorso dalle due facce, che mi piace molto, dove potremo fare anche un bel gioco di squadra, peccato solo per il finale, ma dovremo adattarci, partendo bene e facendo la differenza nei primi 42 km. Nel finale ci vorrà tanto cuore e tanta convinzione, lì verranno fuori anche i pedalatori. Io sono fiducioso, con l’incognita meteo per il freddo. Visto il percorso correremo tutti con le full. Noi siamo tutti carichi e non vediamo l’ora di gareggiare.”
A noi non resta che ringraziare Juri e fare un grande in bocca al lupo a lui e a tutti i nostri ragazzi, sperando che domani la giornata sorrida alle “maglie azzurre”.
Aldo Zanardi
Fonte: Solobike.it