Schurter e Stirnemann vincono la tappa regina e ipotecano una Cape Epic sorprendente
Per chi si aspetta che il Sud Africa sia solo deserto e tanto caldo, beh sicuramente ieri mattina si è dovuto ricredere. Allo start c’erano 4 gradi centigradi! Sicuramente una notte non facile per chi dorme in tenda. La partenza degli Elite, con Schurter e Kulhavy davanti, è tipo mondiale di cross-country per accaparrarsi subito una buona posizione avanti. La giornata era limpida e la famosa salita del Groenlandberg ha offerto uno spettacolo stupendo con la vista dell’Oceano Indiano e di Gordon’s Bay e Strand. La salita era dedicata a Burry Stander, il campione di mtb nel cuore di noi tutti. Sassi, sabbia, in un gradiente che varia dal 7 al 20 percento fino a quota 1100 metri, dove il vento tirava impetuoso e la temperatura era ancora rigida sotto i 10 gradi. Una prima discesa tecnica e poi ancora salita rotta e smossa, prima di affrontare l’interminabile discesa velocissima che ha portato gli atleti al secondo water point al 50esimo chilometro. Si era a metà strada e si è ricominciato a salire, questa volta in single track, tra tornanti nel bosco. Il percorso rientrava poi verso Oak Valley, tra filari di vigneti, dove hanno affrontato l’ultima dura salita, prima degli ultimi 10 chilometri in single track divertentissimi. Non solo temperature tra le sorprese di questa Cape Epic. Normalmente una gara dove gli specialisti delle gare a tappa e soprattutto delle gare con alto chilometraggio hanno sempre fatto la differenza. Ma quest’anno Schurter e Stirnemann (la vera sorpresa della gara) hanno sovvertito tutti i pronostici. Si sono presentati al via della 6^ tappa, la più attesa, con le maglie da leader e tutti si aspettavano un attacco del duo Sauser-Kulhavy, specialisti assoluti di questa competizione. I due svizzeri ancora una volta hanno stupito tutti e hanno imposto la loro legge, conquistando una vittoria che è più di una ipoteca sulla vittoria finale. Sauser e Kulhavy sono invece incappati in una giornata storta e al traguardo, quarti, hanno pagato un distacco di 5’58”. Dietro a Schurter e Stirnemann hanno fatto un’ottima prova Paez e Knox (secondi a 16”) e Rohrbach e Gesmayr (terzi a 1’13”). In crescita le prestazioni di Damiano Ferraro e Fabian Rabensteiner, che anche ieri hanno concoluso nelle prime posizioni, sesti a 10’35”. Nella classifica generale Schurter e Stirnemann hanno allungato sensibilmente e ora hanno 6’49” su Sauser e Kulhavy. 3° posto provvisorio per Paez e Knox.Prima vittoria tra le donne per Mariske Strauss e Annie Last, che precedono di 30” le capoclassifica Suss e Stenerhag. Crollano definitivamente Sabine Spit e Robyn de Groot, settime al traguardo con 35′ di ritardo. Nella generale Suss e Stenerhag allungano, mentre per il 2° posto c’è il sorpasso di Strauss-Last eu Spitz-de Groot. Tra i master ci hanno ormai preso gusto Cadel Evans e George Hincapie, che vincono la 3^ tappa consecutiva, davantia Brentjens-Azevedo e agli spagoli Misser-Zugasti. Gli iberici mantengono il comando, ma sono braccati da Evans-Hincapie a 2’43” e da Brentjens-Azzevedo a 2’48”.Gara chiusa da tempo tra i team misti, con l’ennesima vittoria di Jenny Rissveds e Thomas Frischknecht. Oggi ultima tappa, 85 chilometri per 1350 metri di dislivello, con la salita del Franschhoek Pass al 40esimo chilometro. Saranno Sauer e Kulhavy in grado di giocarsi ancora qualche jolly per cercare di sorprendere Schurter e Stirnemann…?(Niccolò Violati e Max Alloi)