Tiago Ferreira sul tetto d’Europa. Dietro a questo successo il grande lavoro di Andrea Marconi

Domenica scorsa, a Svit in Repubblica Ceca, sui monti Tatra, si è corso il Campionato Europeo Marathon che ha laureato il lusitano Tiago Ferreira, dopo la vittoria sul durissimo percorso di 134 km con 4.200 metri di dislivello. Il forte atleta portoghese tra 2016 e 2017 è sempre stato ai vertici della categoria, vincendo un titolo mondiale, uno europeo e piazzandosi al secondo posto nel mondiale anche quest’anno, una sfida tra fuoriclasse con l’austriaco Alban Lakata, che con Tiago è sempre ai vertici negli appuntamenti internazionali che assegnano un titolo. Dietro questi risultati c’è sicuramente un gran talento ma anche una pianificazione meticolosa, un gran lavoro organizzato egregiamente da Andrea Marconi, Team Manager del DMT Racing Team, formazione dove militano anche il greco Periklis Ilias, vincitore della maglia iridata nel 2012, e il ceco Jiri Novak.
Andrea Marconi da anni riesce ad organizzare e gestire un team con atleti stranieri di altissimo livello, riuscendo ad ottenere importanti risultati, cosa che lo fa apprezzare da molti nell’ambiente. Andrea è una persona schietta e non si fa certo pregare per esprimere la sua opinione. Dopo l’ennesimo successo, abbiamo voluto sentirlo e di seguito vi riportiamo le sue dichiarazioni, alcune delle quali fanno riflettere e speriamo facciano riflettere anche chi ha la responsabilità di prendere certe decisioni.

I tre atleti del DMT Racing Team in riscaldamento prima del via all’europeo
“Tiago lo aveva messo come obbiettivo principale della stagione, in considerazione che era un europeo lungo, con un dislivello importante, a differenza del mondiale che era veloce e corto, come poi si è dimostrato, una mezza gara sia nel tempo che nell’organizzazione! Nulla a che vedere con quello che si è organizzato in Italia in passato (Dolomiti Superbike, Montello e Val Gardena), rimaniamo i miglioria livello organizzativo!
Il mondiale fortunatamente è stato vinto da un VERO maratoneta (ndr Alban Lakata), ma si è rischiato di assegnare la maglia ad un rider di XCO o meglio ad un Mathieu Van der Poel che avrebbe poi fatto come la Neff o la Langvad, non partecipando alle gare marathon. L’UCI vede la Marathon come un ottimo salvadanaio ma non ne capisce le potenzialità!
Fortunatamente se ne sono accorte le aziende, che si stanno spostando tutte qua con gli investimenti. E’ di questi giorni la voce che il team Radon chiuderà appena dopo una sola stagione.
Tiago anche questa volta ha raggiunto il traguardo che si era prefissato, salvandoci il …. ancora una volta!!!

L’arrivo vincente di Tiago
Ma non da meno Novak che lo ha scortato sino a metà salita, da dove con Luis Leao Pinto (ndr compagno della Nazionale portoghese) si sono avvantaggiati (ndr Pinto si è poi staccato in seguito ad una foratura, riuscendo a concludere ugualmente in quinta posizione). Il lavoro di squadra è sempre importante.
Peccato per Periklis che ha rotto la sella ed è rimasto fuori dopo appena 50km.
Rimango basito e sconcertato dall’assenza di quasi tutte le Nazionali e in particolare della "Nazionale italiana" che invece sarà presente in gran numero alla trasferta più costosa dell’anno in Australia. Vuoi mettere l’Australia con la Slovacchia? Dopo la figuraccia al mondiale l’europeo poteva essere un ottima occasione di riscatto. Anche l’assenza degli atleti e atlete italiani e dei loro team è un’altra dimostrazione di scarsa professionalità, cattiva programmazione e di poca trasparenza.
Giustifico Ferraro e gli auguro di tornare presto competitivo. Damiano è l’italiano che sognerei di avere nel mio team. Con il suo manager Trentin hanno dimostrato di essere gli unici capaci di gareggiare a livello internazionale. Ed infatti sono gli unici che sanno raggiungere risultati VERI tenendo alta la bandiera tricolore.
Ora guardiamo al futuro. Abbiamo altri 3 anni per lavorare e tentare di rivincere il Mondiale e provare ad essere anche alla partenza dei Giochi Olimpici a Tokyo. Le Olimpiadi rimangono un esperienza UNICA.
Peccato non ci sia la specialità Marathon altrimenti avremo potuto pensare in grande.”

Il podio europeo con da sinistra Lakata, Ferreira e Platt
Il pensiero di Andrea Marconi forse non sarà condiviso da tutti, o lo sarà solo in parte, resta il fatto che molte sue affermazioni non trovano facilmente risposta.
Le assegnazioni degli eventi internazionali da parte dell’UCI a volte lasciano perplessi. Nel corso degli anni ho personalmente assistito a manifestazioni non proprio all’altezza dell’evento assegnatogli, o per un discorso organizzativo o per il percorso. Certamente si devono rispettare determinati equilibri con le federazioni nazionali, ma qualche vincolo in più dovrebbe essere imposto.
La partecipazione ad un Campionato Europeo avrebbe offerto un’altra buona possibilità alla Nazionale o ai team italiani per emergere a livello internazionale. Nel 2018 l’europeo si correrà in Italia, alla Tiliment Marathon Bike, speriamo che almeno lì ci sia un’adesione differente.
Ultima considerazione importante, il discorso dell’Olimpiade. E’ un vero peccato che la disciplina Marathon non venga inserita nel panorama olimpico, certamente non è televisivamente facile da seguire o spettacolare come l’XCO o la BMX, ma rappresenta pur sempre una disciplina praticata da milioni di persone nel mondo, con alle spalle un mercato che muove imponenti volumi di denaro.
Ringraziamo Andrea Marconi per la sua disponibilità e gli facciamo i complimenti per i risultati che da anni riesce ad ottenere, sperando che la sua filosofia sia d’ispirazione per altri team del mondo Marathon, cosa che potrebbe attrarre anche maggiori investimenti da parte delle aziende, garantendogli una vetrina internazionale, con conseguente crescita di tutto il movimento della mountain bike.
(Aldo Zanardi)