Transpyr day 2 & 3
Nella seconda tappa l’ambientazione di Transpyr cambia e diventa prevalentemente alpina: Camprodon è a circa mille metri di quota, e quando viene dato lo start parte anche il primo dei due tratti cronometrati previsti in giornata.
Si sale verso Collada Verta, sono circa 11 km di salita, con 700 metri di dislivello, che saranno importanti per la classifica: la discesa successiva, su strada ampia e senza grandi difficoltà tecniche non consente di fare la differenza. Dopo 23 km arriviamo al punto di ristoro di Ribes de Freser, ed iniziano i 40 km più impegnativi della tappa: a Montgrony parte un altro tratto cronometrato, di circa 19 km per 700 metri di dislivello. Si sale a quota 1928, in zone boschive particolarmente isolate, ricchissime di vegetazione e di fiori. Le abbondanti nevicate invernali hanno lasciato il segno, a volte il fondo ripido diventa pesante, e rende faticosa la pedalata.
Nonostante l’intervento di pulizia del sentiero in molti tratti si notano abeti a terra, e rami staccati dal peso eccessivo della neve. La primavera tardiva ci consente di vedere una fioritura intensa e carica di profumi: sono zone silenziose, a parlare è solo la natura nella sua sfolgorante bellezza. Intorno al 60° km si arriva a La Molina, importante stazione sciistica che ha saputo aprirsi anche agli altri sport e dotarsi di un eccellente bike park. Il secondo ristoro, dove abitualmente viene servito anche un piatto di pasta, permette di recuperare energie per la parte finale della tappa, che comunque è prevalentemente in discesa. Una discesa molto appagante, non eccessivamente tecnica e molto fluida che consente di apprezzare la valle de La Cerdanya, e dopo 119 km e 2700 metri di dislivello, porta a La Seu d’Urgell, sede dell’arrivo di tappa. La Seu è la porta di accesso spagnola ad Andorra, è caratterizzata da un bel nucleo medievale e da una stupenda Cattedrale romanica, e nel 1992, nel corso delle Olimpiadi di Barcellona, ha ospitato le prove di slalom della canoa. A due passi dal nostro camp era ben visibile il parco appositamente predisposto nel corso del fiume Segre, molto apprezzato anche per il rafting. Dopo una doccia come si deve siamo pronti per affrontare quella che viene definita la tappa regina della Tranpyr, sia per le difficoltà che presenta quanto per i paesaggi che ci consentirà di ammirare.
Ecco i vincitori della seconda tappa. Pau Marza Bedos e Julien Bely (Gobik – Bike &Race Team) completano la parte cronometrata in 2:04:32, precedendo Jon Erguin Dorrosonsoro e Eneko Gurrutxaga Ugarte del team Orbea; al terzo posto Frederic Ischard e Sebastien Migeon (Vosges VTT/ Destination Vélo). Negli individuali Martin Gallardo bissa il successo della frazione d’apertura, cosa che accade anche nei Master con Christope Liberge e Mathieu Dumont (Pau Velo 64). Nella categoria femminile Miroda Otto e Annie David non hanno letteralmente avversarie, nelle coppie miste si impongono Alba Sugranes Mateu e Joan Bassa Ferrus.
Il terzo giorno di gara, con 115 km e 3200 metri sa superare, incute ovviamente un po’ di timore. Dopo una ventina di km pianeggianti ed in leggera discesa la strada comincia a salire per arrivare a 1895 metri di quota, dove uno spettacolare panorama appagherà di tutte le fatiche fatte. Dai 700 metri di quota di La Seu si arriva inizialmente ai 1200 di Espaen, al 30° km: all’interno di una cascina è posizionato il primo ristoro, un contadino con la fisarmonica attende i concorrenti e chiede la loro nazionalità ed una canzone: appena tocca a noi, visto il sudore che scende sul viso, chiediamo “Sapore di sale”, e siamo ovviamente accontentati. Il clima di festa ci accompagna nella prova speciale che parte un km dopo e che si concluderà al 58° km. La salita è lunga ed impegnativa, ma in un contesto affascinante, quasi fiabesco: una volta raggiunto il villaggio abbandonato di Sant Sebastià de Buseu, la discesa prosegue verso Gerri de la Sal, in un mix di piste forestali veloci e tratti con curve più strette, che richiedono buona tecnica: è una delle discese più lunghe di tutte le tappe, e richiede concentrazione, forza e capacità di guida, ma che consente anche di divertirsi.
Un altro tratto in salita ci porta al lago naturale di Montcortès, da cui una piccola e piacevole discesa continua verso Senterada, terzo e ultimo punto di rifornimento. Il secondo tratto cronometrato consiste nella salita sino al valico chiamato Colldeberri, a quasi 1400 metri di altezza e nella successiva veloce discesa piuttosto, per circa 14 km e 400 metri di dislivello. L’arrivo è posizionato a El Pont de Suert, in un punto molto bello: la cittadina è piccolissima eppure ha avuto una notevole importanza. Ai tempi della dittatura di Franco era una via di fuga verso l’Europa per tutti i dissidenti: quando invece è stata la follia nazista ad invadere la Francia e le nazioni limitrofe questo passaggio tra le montagne è stato utilizzato dagli ebrei per mettersi in salvo verso la penisola iberica. Ne sono prova anche le due gallerie che percorriamo prima di arrivare al traguardo, dopo una giornata di gara che avrebbe messo a dura prova le forze di chiunque.
Nei risultati della terza tappa non si trovano grosse sorprese. Nelle coppie si impongono ancora Jon Erguin Dorrosonsoro e Eneko Gurrutxaga Ugarte del team Orbea, con il tempo di 2.07.32, davanti a Pau Marza Bedos e Julien Bely (Gobik – Bike &Race Team); al terzo posto Frederic Ischard e Sebastien Migeon (Vosges VTT/ Destination Vélo). David Gonzalez Vaquero si impone negli individuali, Christope Liberge e Mathieu Dumont (Pau Velo 64) vincono ancora nei Master. I misti vedono il successo di Olga Echenique Gomez e Jorge Chico Fernandez.