Veneto Gravel 2023, una regione vista da due ruote
Va in archivio anche la settima edizione di Veneto Gravel, che quest’anno ha visto allo start 1326 iscritti, provenienti da diverse nazioni europee. Un numero impressionante, che probabilmente rappresenta altrettanti modi differenti di intendere il ciclismo, ma tutti in grado di incanalarsi nella medesima direzione, quella dettata dalla passione. Per chi ne sentisse parlare solo oggi ricordiamo che Veneto Gravel è il più importante evento in bikepacking del nostro continente, una sfida contro se stessi e non contro un cronometro, che attraversa campagne e colline per toccare il lago più grande d’Italia, il mare Adriatico e accarezza le montagne del bellunese.
Partenza ed arrivo nel centro di Bassano del Grappa, elegante e raffinata cittadina del Vicentino che si pone come baricentro di un regione ricca di ciclismo, tanto a livello di praticanti quanto per una realtà economica consolidata, in grado di proporre un gran numero di tracce e percorsi di indiscusso interesse paesaggistico e culturale.
L’invasione pacifica degli appassionati di endurance è iniziata nel pomeriggio di venerdi 21 aprile: alle 15 e 30 apertura della segreteria per le verifiche e per la consegna dei pettorali, dopodichè si poteva iniziare a seguire la traccia GPS che tutti i partecipanti avevano ricevuto via mail. Un secondo gruppo di iscritti ha preso il via tra le sei e le otto del giorno dopo, sempre nella generale curiosità: un simile gruppo di ciclisti, carichi di sacche e borse, non poteva certo passare inosservato. Nel pacco gara abbiamo provato un cappellino personalizzato, alcuni alimenti ed un fermo per la serie sterzo con il logo di VG23.
Quest’anno le opzioni erano tre: il percorso Classic, un unico grande anello di ben 720 km e 4300 metri di dislivello positivo. Oppure lo Short Beach, nato nel 2021 dall’idea di poter creare anche un percorso più accessibile, con 400 km e 2800 di dislivello. Novità di quest’anno la variante Lake, nata dalle richieste dei partecipanti, in cui il programma prevedeva 400 km e 1800 metri in salita, che ci ha portato sulle sponde veronesi del Benaco.
Il mezzo ideale per partecipare era ovviamente la gravel, ma abbiamo visto ogni altro tipo di bici, da corsa o mtb, equipaggiata secondo le scelte personali. Ovviamente chi ha pernottato in campeggi ed hotel, e si è alimentato grazie alle strutture fisse, portava un carico minore, e questo ha fatto sì che anche i tempi di percorrenza fossero molto differenti. Spulciando nel registro all’arrivo abbiamo visto che i concorrenti più veloci del Classic hanno impiegato 48 ore circa per coprire la distanza, ma siamo praticamente certi che non si siano fermati a dormire e che si siano alimentati in sella. Tutti gli altri hanno fatto qualche pausa più o meno lunga, probabilmente in maggiore armonia con la filosofia di questi eventi, che suggerisce “di andare né forte né piano, ma sempre lontano”. A testimoniare la nostra percorrenza il passaggio nei sette check-point previsti dagli organizzatori, con timbro o punzonatura nel libretto di viaggio. Molta la curiosità che accoglieva il nostro passaggio, soprattutto nei piccoli centri, e ottima accoglienza: in due occasioni abbiamo trovato pit-stop con ristori improvvisati, in cui gli appassionati ci chiedevano informazioni e sensazioni.
La maggior parte del tracciato, che abbiamo sempre individuato con facilità, percorre piste ciclabili o strade secondarie, strade bianche perse nelle campagne e brevi tratti sterrati, ma sempre lontano dal traffico e dalla confusione. La presenza del sole ha caratterizzato le prime quarantotto ore della manifestazione, poi nei due giorni successivi i ciclisti hanno fatto i conti con una perturbazione che si è comunque rivelata meno aggressiva del previsto. All’arrivo in Villa Angaran – San Giuseppe ci si poteva rifocillare con pasta e fagioli, frittata e patate al forno, oltre ad una meritata birra. Docce e servizi a disposizione, mentre si memorizza il momento con la foto da finisher e si salutano i compagni di viaggio.
Per chi non avesse esperienza di simili eventi consigliamo di prepararsi adeguatamente, ma di non avere alcun timore. Si tratta di lasciarsi andare seguendo il proprio ritmo, godendo delle bellezze che il Veneto è in grado di offrire. Essere in compagnia offre sicuramente stimoli ulteriori, perché con due chiacchiere nei momenti di stanchezza o una pausa caffè nel luogo giusto si ricaricano le pile e si risale in sella con la grinta che serve. Veneto Gravel, il giusto mix tra avventura ed escursione, in un territorio sempre da riscoprire.
(Sandro Bongiorno)